Sunday 3 February 2008

Tangometafore



Da qualche mese ho iniziato a ballare tango. Devo dire che la cosa mi piace e mi diverte, ma come in tutto, anche qui ci sono dei livelli da superare, delle piccole fatiche d'Ercole. Innanzi tutto ballare tangoè un impegno a lunga scadenza, sai che prima di essere un pò brava passeranno per lo meno tre anni. Poi, non si tratta di imparare una coreografia, non ci sono sequenze prevedibili, e questo per una ex cultrice dell'aerobica è forse il punto più difficile da accettare. In ultimo, e più importante di tutti, i movimenti della ballerina seguono quelli del ballerino. Per la ballerina non c'è modo di sapere cosa succederà dopo, e più il ballerino è bravo, meno si capisce. E' ovvio che qui si inseriscono delle variabili esistenziali di cui le regole del tango costituiscono un paradigma abbastanza trasparente. Incertezza, lasciarsi andare, far fare agli uomini. Però è divertente far scivolare le responsabilità sul da farsi completamente dall'altra parte. Adesso imparo bene come si fa così vedo se mi riesce di mettere in pratica il concetto anche nella vita reale.

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