Thursday 14 February 2008

Equilibrismi



Passatemi la semplificazione selvaggia, ma davvero la cultura orientale, intendendo con questo termine soprattutto quella cinese, e la nostra, cosiddetta occidentale, qualche volta sembrano davvero distanti anni luce. Un riscontro diretto si ha considerando il linguaggio. Tanto per iniziare confrontando i due sistemi di scrittura si vede senza particolari analisi che sono molto dissimili (ideo/pittogrammi verso scrittura alfabetica che nel segno ripropone l'informazione fonetica). L'elemento di differenza più forte risiede nel fatto che in cinese il significato della parola, anche se spesso in modo non diretto, è rintracciabile nel significante. Questo vuol dire che le parole scritte non sono degli involucri vuoti a cui sono associati arbitrariamente dei significati, come per esempio nei sistemi alfabetici, ma portano esse stesse, nella loro forma, un significato. In un sistema del genere il risultato è che la scrittura è di fatto imbevuta della cultura del popolo che la utilizza, cosa che mi fa dubitare del fatto che i cinesi aboliranno mai il loro sistema di scrittura, come ogni tanto si sente che dovrebbe succedere prima o poi. Non credo che succederà mai, sarà più probabile che anche l'ultimo contadino delle province più sperdute impari l'inglese prima che i cinesi utilizzino il pinyin (la traslitterazione della pronuncia) al posto del loro sistema di scrittura. Chi vivrà, vedrà. Tornando alla lingua cinese, le parole 'parlate' d'altra parte sono molto promiscue, per così dire. Una stessa sillaba, pronunciata nello stesso modo, talvolta anche con lo stesso tono, può avere significati totalmente differenti, a seconda del contesto in cui viene utilizzata.
Ma le differenze tra la scrittura cinese e quella occidentale non si fermano al tipo di sistema utilizzato, si spingono fino al modo in cui i segni sono tracciati. Come forse molti di voi sanno, in cinese esistono precise regole di precedenza rispetto all'ordine con cui devono essere disegnati i tratti che compongono l'ideogramma. Una delle più importanti tra queste è che i tratti orizzontali (heng) vanno tracciati prima di quelli verticali (shu). E' come se prima vada posta una base che possa garantire una struttura stabile dove costruire gli elementi verticali. La diversità con la modalità di scrittura alfabetica è lampante. I segni del nostro alfabeto seguono tutti una regola di verticalità che è predominante rispetto all'orizzontalità. La maggior parte dei segni dell'alfabeto (i segni del maiuscolo da cui derivano quelli della scrittura corsiva) sono costruiti sulla base di un'asta verticale modificata in modi diversi. La ricerca dell'equilibrio, poi, si estende in cinese fino alla sintassi della frase.
Darò un solo esempio. In cinese, come nella maggior parte delle lingue esistono i verbi intransitivi, verbi che possono o devono comparire senza un complemento oggetto. Uno di questi verbi, in italiano è dormire, per esempio nella frase Al mattino mi piace dormire. Anche in cinese esiste il verbo dormire e si dice shui. Tuttavia quando il verbo shui è proprio alla fine della frase è obbligatorio dire shui jiao (dormire un sonno). E' come se fosse necessario utilizzare anche
jiao per stabilizzare la struttura della frase e completare il predicato rendendolo, per così dire, più pesante. Faccio un paio di esempi con due frasi (per chi è proprio a zero di cinese, al posto degli ideogrammi userò il pinyin, niente panico):

Wo hen xi huan shui jiao
Io molto gradisco dormire un sonno
'mi piace molto dormire'

Zuo tian shang wu wo shui le
Iera mattina io ho dormito

Come vedete, se il verbo è seguito da un elemento che esprime il passato (le), shui si può benissimo usare anche da solo. Una questione di equilibrio e armonia, come si diceva.

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