Sunday 9 March 2008

Mandarino individualista



I cinesi della Cina sono tanti, ma proprio tanti. Ma alla base della cultura sociale di ognuno di loro, sotto la relativamente recente vernice commercial capitalistica c'è lui, Confucio.
Confucio (Kongzi, vissuto circa cinque secoli prima di Cristo) è prima di tutto un filosofo, ma un filosofo che ha plasmato così fortemente la cultura cinese da poter essere paragonato ad una grande figura religiosa. In realtà, anche se talvolta a scuola ti insegnano che il Confucianesimo è una religione, questo non è vero, più che altro rappresenta una visione della vita sociale (il raggiungimento e il mantenimento dell'armonia) e propone un modello gerarchizzato e molto chiaro di come questa dovrebbe svolgersi. Per quanto riguarda i rapporti tra gli individui all'interno della società vengono individuate 5 relazioni fondamentali (nota, incidentalmente, che la donna fuori dal matrimonio praticamente non esiste):(1)padre-figlio; (2) imperatore-suddito ;(3) marito-moglie; (4) fratello maggiore-fratello minore (5) amico-amico.
Lo stato stesso nella sua concezione è una specie di famiglia allargata dove all'imperatore va portata la devozione e il rispetto che si devono ai genitori.
La settimana scorsa mi è capitato di partecipare ad una tavola rotonda sull'influenza del confucianesimo nella società cinese moderna (ho anche letto un saggio illuminante di un ottimo sociologo, secondo me, Tom Doctoroff*); tutti sembrano abbastanza d'accordo sul fatto che questa influenza è ancora sostanziale. Mentre i conferenzieri si succedevano ho cominciato a pensare a quali possono essere gli scenari del contatto di questo pensiero con la scintillante cultura indidualistico-capitalistica prodotta dall'Europa fin dal Medioevo e ora esportata in Cina.
L'individualismo nel pensiero confuciano non esiste, tutto ciò che può portare un vantaggio o un profitto personale è secondario, se non immorale.
Tuttavia, oggi la Cina è bombardata di messaggi che sollecitano la salita nella scala sociale e il raggiungimento di obiettivi, e questo non tramite la gestione saggia delle relazioni sociali ma attraverso una molto più veloce e meno equilibrata capacità di fare business e cogliere l'occasione, in breve un'idea di nuovo self-made-man che pone se stesso e il proprio successo al primo posto. L'individualismo in Cina pervaderà la società, e nella sua versione peggiore, quella materialistica, quella che ci viene regolarmente rinfacciata come il prodotto più deteriore della cultura 'occidentale'(?). Qualcosa del genere sta già succedendo. Eppure alla base della nostra civiltà c'è un altro individualismo, l'idea della dignità della persona, di ogni persona, l'idea dello sviluppo delle proprie potenzialità, l'idea che l'amore di se stessi è il metro con cui definire l'amore che si deve agli altri. Durante la conferenza ho pensato a come faremo a trasmettere ai cinesi quanto fondamentale è questo secondo tipo di individualismo che per così tanti secoli ha domato e mitigato la furia di quell'altro.
*Tom Doctoroff Billions: Selling to the new Chinese consumer, Palgrave McMillian, 2006

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